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I passi fondamentali per creare una struttura Ecosostenibile – Parte 2

In passato, la massimizzazione del profitto, spesso superava le effettive potenzialità del territorio. Il turismo non diventava risorsa per le popolazioni autoctone, ma apportava danni al territorio e i mesi turistici venivano vissuti come una sorta di assedio. Vediamo alcuni esempi pratici.

Guardando il nostro paese, basta pensare alle isole del Mediterraneo o alle Cinque Terre, spesso prese d’assalto da una mole di turisti superiore rispetto a quanti se ne possano realmente ospitare, con conseguenze negative sulla qualità di vita degli abitanti e una sollecitazione maggiore del paesaggio, che può essere soggetto a danni che possono influire negativamente sull’intero ecosistema.

La ricettività non può prescindere, poi, dai servizi, di base, come i trasporti pubblici, sanità e accessibilità ai luoghi di interesse, indispensabili per assicurare benessere ai viaggiatori e a coloro che lavorano. Le destinazioni che non hanno infrastrutture adeguate al fine di sopportare grandi flussi turistici dovrebbero ripensare la propria offerta ricettiva in maniera globale e sostenibile.

100% plastic freeIn tal senso, proprio da alcune località del Sud Italia arrivano profondi segnali di cambiamento e un modo di ripensare l’esperienza vacanza in ottica assolutamente green. Se un primo segnale di cambiamento con l’adesione alle politiche plastic free arriva dalle isole Tremiti, presto si sono unite le isole di Capri e Ischia e altre famose località della costiera come Cetara, Ravello e Sorrento, da sempre mete famose per attirare un gran numero di turisti ogni anno.

Inoltre, l’amministrazione di Sorrento ha deciso di stipulare un accordo con Fee Italia, Federalberghi Penisola Sorrentina e il direttore di Penisolaverde al fine di rendere operativo il programma Green Key, che vede coinvolte anche le strutture alberghiere. Attraverso questo programma, infatti, sono certificate e premiate quelle strutture ricettive che attuano iniziative ecologiche e che si impegnano nella promozione del territorio nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità.

Queste iniziative contrastano apertamente la prospettiva “dell’uso e consumo”, tipica del turismo di massa, che viene completamente ribaltata nelle dinamiche che costituiscono i fondamenti del turismo sostenibile.

Da qui ricaviamo che il “prodotto-viaggio” deve essere confezionato in maniera tale da creare un percorso esperienziale che porti il turista a vivere un soggiorno che lo arricchisca e di cui si senta partecipe. I viaggi del futuro saranno sempre più customizzati e indirizzati verso nicchie di pubblico specifiche, quindi approfonditi in base alle domande effettive del mercato.

Le strategie di marketing devono, di conseguenza, essere indirizzate verso un target in grado di recepire e apprezzare il “prodotto-viaggio” che si propone. Il turista, in questo caso, è colui che recepisce quella tipologia di offerta, e allo stesso tempo attraverso lo story telling fatto attraverso il social e altri canali, diventa influencer, agendo sulla nicchia di conoscenti e diventando egli stesso un importante mezzo di marketing e un nodo fondamentale nella catena che genera il buzz o il passaparola.

In ultimo, bisogna adottare strategie di comunicazioni che esaltino in maniera realistica i traguardi ottenuti, che pongano l’accento sull’importanza di una proposta di turismo sostenibile e che sia in grado di dare eco a iniziative e progetti sostenuti, in maniera tale da favorirne la fruizione da parte dei potenziali clienti.

L’ottenimento di certificazioni e riconoscimenti a poco ha un valore se il cliente finale non riconosce l’importanza di quanto fatto o non contestualizza l’offerta turistica in maniera corretta. In questo processo di decodifica della realtà, la comunicazione ha un ruolo importante, perché attraverso questa si può trasferire valore alle proprie iniziative, trasformandole in un ritorno economico.