Il problema dell’impatto ambientale delle aziende sul territorio è un argomento che è stato trattato durante l’ultimo decennio. Anche per le strutture alberghiere, al pari di altre aziende, è possibile acquisire alcune certificazioni, che potremo definire più «generiche», come la ISO 14001 o Certificazione di sistema ambientale. Attraverso questa certificazione si attesta che l’azienda e nel nostro caso una struttura ricettiva ha posto in essere un sistema di gestione, di monitoraggio e di continuo miglioramento per quanto concerne le proprie perfomance ambientali, che consentono di ridurre l’impatto sull’ambiente e, di conseguenza, anche i costi di gestione.
Al momento non esiste un sistema che sia universalmente accettato, all’interno del settore ricettivo, che comunichi l’ecosostenibilità di una struttura ricettiva. Tuttavia, non è un titolo di cui qualsiasi struttura può fregiarsi senza averne diritto.
Nel cambio delle abitudini ha inciso sicuramente un’ispirazione di tipo ecologico, che parte in alcuni casi dall’aver sperimentato la fruizione del panorama naturalistico, che ha rappresentato un input per un approccio più rispettoso dell’ambiente. Più della metà dei partecipanti sono stati spinti da una consapevolezza dell’impatto distruttivo che il turismo non responsabile ha sull’ambiente.
Come abbiamo visto finora il turismo sostenibile richiede un riadattamento del proprio business, che comporta un notevole sforzo. Ci sono diversi fattori economici che spingono il settore ricettivo verso la sostenibilità.
In passato, la massimizzazione del profitto, spesso superava le effettive potenzialità del territorio. Il turismo non diventava risorsa per le popolazioni autoctone, ma apportava danni al territorio e i mesi turistici venivano vissuti come una sorta di assedio. Vediamo alcuni esempi pratici.
C’è un percorso obbligatorio che porta un albergo a diventare una struttura ricettiva ecosostenibile. Un primo passo è sicuramente quello di abbattere drasticamente gli sprechi alimentari. Viviamo in una società che ha creato il mito dei consumi e dell’abbondanza, basta osservare la quantità di cibo che ogni giorno viene riversata nel cassonetto, in primis tra i rifiuti domestici, poi tra quelli delle catene della grande distribuzione, fino, naturalmente al settore della ristorazione e dell’ospitalità.